L’agosto del 2007 mi ha regalato una delle cose più preziose e rare che si possa avere nella vita: tanto tempo libero.
Credo di aver letto una dozzina di libri e di aver “consumato ” il mio iPod. Ma ancora ricordo con emozione la fila del sabato mattina al “bar-tabacchi-giornalaio” per acquistare Il Foglio che – dal giorno di ferragosto – aveva iniziato a pubblicare “I Diari Della Pallacanestro”.
Uno splendido viaggio nella crescita di un ragazzo che diventa giocatore di pallacanestro, forse ancor prima di diventare uomo. I riferimenti alla storia del basket italiano, un percorso che accomunava l’autore alla mia esperienza, simile a quella di tanti altri ragazzi a cui era capitato di finire in un campo perché “avevano accompagnato un amico”… rendevano quella lettura un appuntamento irrinunciabile.
Vorrei riproporre questo lungo racconto perché i ragazzi possano rendersi conto di come la palla sia sempre stata a “a spicchi” – anche per i loro “vecchi” genitori – e quel “ciuff” che fa la retina quando la palla entra senza toccare il ferro è il suono più bello che ci sia…; ma spero di fare un buon servizio anche ai genitori che rivivranno loro emozioni, ricorderanno i loro episodi ed avranno una cosa in più da condividere con i propri figli…
L’autore di quel racconto è Stefano Pistolini, scrittore e giornalista (Radio24, Il Foglio…) ma soprattutto papà di Giovanni – nelle giovanili della Virtus Roma- ed autore de “La Saga Dei ’97” (pubblicata in una “vita” precedente) a cui va il mio ringraziamento personale per aver scritto una così bella storia, e per avermi consentito di condividerla.
Buona lettura.
- prima puntata – (qui il .pdf della prima puntata)
- seconda puntata – (qui il .pdf della seconda puntata)
- terza puntata – (qui il .pdf della terza puntata)
- quarta puntata – (qui il .pdf della quarta puntata)
- quinta puntata – (qui il .pdf della quinta puntata)
P.S.: in quei giorni d’agosto i tardi pomeriggi, sino al buio pesto, erano dedicati alla pallacanestro… una bellissima esperienza giocare con altri “sconosciuti” – dai 10 ai 50 anni – insieme a mio figlio. Giocatori e compagni nella stessa squadra e non – al solito – figlio con il papà rompiscatole..